In memoria Francesca Montaiuti
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In memoria
Francesca Montaiuti
Mi si chiede un pensiero, una testimonianza. Altri e meglio di me diranno. Forse a Francesca non piace neanche che si dica.
Un esserino ormai consumato, ridotto a 24 chili e che va a Dio col profumo della sua vita e della sua verginità consacrata, che cosa conta davanti alla gente.
Una creatura piccola e trasparente, non di rado è incompresa e criticata, cui rimaneva solo il cuore ed un largo sorriso dopo aver dato per i poveri la sua casa, la sua cattedra di filosofia, la sua pensione, le elemosine che raccattava dagli amici senza vergogna, ma con pudore e discrezione.
Non è ignota la sua vita di preghiera, di adoratrice nascosta che era il suo alimento quotidiano.
Qui non si farà fatica a liberare la sua cameretta dove non c’è niente.
Qui la notizia ha suscitato molti pianti. Perché – grazie a Dio – ci sono ancora i poveri che hanno il coraggio di piangere forte la loro disperazione.
A noi resta un esempio che non sfigura e non scolora davanti a quello di Teresa di Calcutta.
Rimangono anche tanti casi di povertà che trovavano in lei una risposta e che noi – e possibilmente senza burocrazia e statistiche e foto – passeremo allo scanner per dare e continuare a dare ancora la sua risposta d’amore.
Il mio saluto.
Don Aldo Viti
A Francesca
Se tutte le persone del mondo che tu hai avvicinato con amore si tenessero per mano, la distanza tra terra e cielo cielo e terra più e più volte potrebbe essere annullata.
Oggi, tutti in fila lì, uno per uno ti hanno sollevata dolcemente per farti arrivare lassù.
Josephine
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26/02/2007
